intervento concluso

restauro di palazzo Moro

Cannaregio 2982-2984

commessa 6

committente Comune di Venezia
stazione appaltante Edilvenezia spa
importo 736.469,72 euro
inizio-fine lavori novembre 1987 - marzo 1991
responsabile intervento geom. Rinaldo Povelato
direttore tecnico ing. Flavio Bellin
progetto architettonico arch. A. Scarpa
progetto strutturale arch. F. Laner Mestre
direttore dei lavori ing. GF. Brusati
impresa esecutrice Impresa ing. Enrico Pasqualucci srl
lavori di intervento conservativo, opere di ricostruzione, lavori sulle fondazioni e sui solai

Palazzo Moro, sorto a San Girolamo in fondamenta Moro - poi fondamenta Carlo Coletti - a partire dal 1544 circa, viene attribuito a Jacopo Sansovino probabilmente con il contributo dell'amico e proprietario Lorenzo Moro, nobile veneziano che si divertiva a sostenere il ruolo di architetto dilettante. Le mappe storiche della città lo raffigurano, dal 1560 in poi, come una vasta struttura quadrangolare, quasi completamente circondata dall'acqua, con quattro torri d'angolo collegate tra loro da lunghe ali: una residenza suburbana in riva alla laguna, con un mirabile giardino in uno spazioso cortile. Nell'Ottocento l'edificio venne anche utilizzato come "stabilimento per la fabbrica dei panni".
La porzione interessata dall'intervento occupa l'angolo sud-ovest del complesso, oggi profondamente mutato nella sua morfologia e consistenza. L'edificio è composto da un corpo tripartito a pianta pressoché quadrata - 15x14 m circa - alto quattro piani e da un annesso di 6x7 m circa a tre piani, sviluppato lungo la facciata ovest. La demolizione di aggiunte, divisori, tamponamenti delle aperture e degli archi, intonaci e pavimenti ha messo a nudo la struttura del fabbricato. Ciò ha permesso di definire il criterio per il suo consolidamento: salvaguardare l'originaria concezione strutturale, compresi materiali e dettagli costruttivi, e ripristinare l'antico comportamento reticolare delle strutture lignee. I lavori sulle fondazioni hanno comportato il taglio del muro a livello del piano interno, l'interposizione di una guaina e la realizzazione di un vespaio areante esterno. Per recuperare fuori piombo e lesioni della struttura muraria sono stati utilizzati, oltre a interventi di ricostruzione della muratura, in particolare nel dissestato angolo nord-est, gli stessi sistemi di consolidamento riscontrati in sito. Infatti l'ossatura portante del fabbricato è qui realizzata da quattro setti paralleli ortogonali alle due chiusure di facciata. Queste, alleggerite da un favorevole rapporto vuoto-pieno, per consentire gli inevitabili cedimenti differenziali dei singoli muri non sono ammorsate ai muri portanti interni, ma sono solidali ai solai di legno, tramite tiranti metallici inchiodati alle travi e bloccati con conci in pietra. Tale dettaglio costruttivo permette di scaricare una parte del carico dei solai, di risarcire le lesioni presenti e di ripristinare l'equilibrio strutturale. Internamente l'attacco muro-solaio è stato risolto mettendo in opera delle reme di legno che, correndo su tutta la testa della muratura, danno un appoggio sicuro alle travi (parzialmente sostituite se ammalorate) e distribuiscono il carico sull'intero paramento murario. Sulla copertura a quattro falde, mantenute le due capriate diagonali, l'orditura complessiva del tetto è stata riportata al funzionamento di tipo reticolare con puntoni e traversi che scaricano sui muri interni e non su quelli perimetrali, eliminando membrature non conciliabili con questo sistema statico. Il tetto è stato poi impermeabilizzato e isolato.
L'edificio è stato ristrutturato per ospitare 12 alloggi di edilizia residenziale pubblica. Viene salvaguardata la struttura tripartita interna, con accesso centrale dalla fondamenta e salone passante, conservato nella sua integrità spaziale ai piani terra, primo e secondo. Il collegamento verticale avviene mediante una scala a rampe incrociate, perpendicolare alla struttura portante e collocata lateralmente, che sostituisce il manufatto esistente ma ne conserva la posizione. Dal piano terra, che ospita due mini-alloggi e tutti i magazzini, si accede anche al giardino posteriore; le abitazioni sono state pavimentate in terrazzo alla veneziana e dotate di nuovi impianti elettrici, idrico-sanitari e di riscaldamento, in quanto l'edificio ne era privo. Le facciate, in particolare quella su rio San Girolamo che riprende la tripartizione planimetrica sottolineando la porzione centrale, con trifore arcuate ai piani primo e secondo, sono state recuperate risarcendo o sostituendo gli elementi in pietra d'Istria lesionati, gli scuri e le finestre.

i numeri
12 alloggi: 6 da 30 mq, 2 da 50 mq, 4 da 60 mq